Investimenti: Gestione attiva vs Gestione Passiva

Come scegliere la migliore strategia di investimento? È meglio optare per la gestione attiva o per la gestione passiva? Cosa significa gestione attiva o gestione passiva? Quali sono le differenze che intercorrono? Quali sono i vantaggi e gli svantaggi?

Molti investitori hanno un capitale risparmiato e hanno a disposizione diverse opzioni per decidere quale sia la più adatta alle diverse esigenze. Come scegliere la migliore strategia di investimento?

È possibile essere fautori tra Gestione Attiva e Gestione Passiva. Quali sono le differenze? È fondamentale investire optando tra Gestione Attiva e Gestione Passiva.

Molti analisti stanno utilizzando le piattaforme per investire online su vari asset. Ad esempio si può utilizzare Degiro(trovi qui il sito ufficiale) per negoziare grazie agli utili strumenti di investimento.

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Gestione attiva e passiva: che significa

La gestione attiva permette di costruire un portafoglio in cui i titoli o i singoli assets vengono selezionati in modo singolo. Ad esempio, i Fondi comuni di investimento sono un valido esempio di gestione attiva dal momento che un gestore decide di investire in un determinato mercato.

L’obiettivo di chi opta per la gestione attiva è quello di raggiungere una migliore prestazione dell’indice di riferimento. A seguito della modifica della composizione dei titoli, è possibile revisionare anche il livello di rischiosità, esponendo il portafoglio degli assets a diverse oscillazioni.

Il gestore cambia frequentemente l’allocazione dell’asset del portafoglio con la finalità di riuscire a generare migliori performances. Anche negli hedge funds, il gestore segue una politica attiva per produrre un rendimento alto commisurato al livello di rischiosità.

Gestione Attiva vs Passiva

Le due tipologie di strategie che possono essere implementate nella gestione attiva sono:

  • lo stock picking, con cui il gestore deve favorire alcuni titoli attribuendogli un differente peso all’interno del portafoglio. Questa tipologia di strategia può essere effettuata attraverso vari modelli di analisi tecnica ed analisi fondamentale,
  • il market timing, con cui il gestore cerca di anticipare i cambiamenti e di revisionare il peso di ciascun titolo all’interno del portafoglio. La finalità è quella di ridurre il peso dell’asset prima che la sua quotazione scenda e quella di aumentare il peso prima dell’incremento del prezzo. Questa strategia dipende da analisi di tipo macroeconomico aventi ad oggetto il trend dei tassi di interesse, della produzione, dell’inflazione e del saggio di cambio.

Lo studio, l’analisi, l’esperienza del gestore e l’analisi consentono di fare meglio.

Gestione attiva e gestione passiva non sono assolutamente complementari. La gestione passiva mira a ”cavalcare” i trends di mercato per generare rendimenti. Questa strategia si basa su tutte le informazioni accumulate sul mercato. Nella gestione attiva i gestori cercano di analizzare e di prevedere i futuri movimenti su un indice di mercato.

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Migliori piattaforme per investimenti finanziari

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Differenza tra i costi

La gestione attiva del portafoglio investimenti prevede un maggiore costo, dato che la remunerazione è maggiore. La gestione attiva ha un costo medio compreso tra l’uno ed il 3%.

Tuttavia, bisogna sottolineare il fatto che da uno studio svolto dal premio Nobel W. Sharpe, l’incidenza dei costi annulla il rendimento extra creato dal gestore attivo. Ciò distrugge il lavoro svolto. Nella maggior parte delle volte i gestori attivi vengono pagati per creare un rendimento extra, ma senza giungere ad un buon risultato.

Anche lo stesso oracolo di Omaha, il guru della finanza, Warren Buffet, uno degli investitori più famosi al mondo, ha scommesso 1 milione di dollari contro la gestione attiva.

Gestione passiva

La gestione passiva o gestione indicizzata si caratterizza per il semplice fatto che il gestore persegue un’allocazione di assets tale da replicare il benchmark di riferimento.

Un esempio di gestione passiva sono gli ETF, un fondo indicizzato “Exchange Traded” che replica un indice. Gli ETF consentono di unire i benefici del fondo e dei titoli azionari in un unico strumento finanziario. La gestione passiva è coerente con l’ipotesi di mercati efficienti: ciò implica che si presuppone che i mercati si muovano già in modo del tutto efficiente.

Con la strategia di gestione passiva è possibile acquistare gli stessi titoli presenti nell’indice che si vuole replicare, anche se in quote minori. Con la gestione passiva è possibile pagare meno tasse sul “capital gain” e ridurre i costi di transazione. Inoltre, le movimentazioni sono di numero ridotto. I costi della gestione passiva sono circa dell’uno % del capitale investito.

ETF

Gli ETF rappresentano un esempio della gestione passiva. Si tratta di fondi di investimento quotati sui mercati, come i titoli azionari. Quando si acquista un EFT è come se si acquistasse un paniere di assets. L’obiettivo degli ETF è quello di replicare il trend di un determinato mercato di riferimento rappresentato da un indice. L’indice è un paniere di titoli e il suo valore è computato come la sommatoria del valore dei titoli da cui è costituito.

Gli ETF sono poco costosi e sono strumenti liquidi e trasparenti. Questi strumenti permettono di differenziare il proprio portafoglio in modo efficace. Inoltre, possono essere compravenduti in qualsiasi momento. Gli ETF sono strumenti finanziari interessanti per costruire qualsiasi tipo di portafoglio.

La maggior parte degli ETF non prevede commissioni né in entrata né in uscita. Un interessante vantaggio degli ETF è quello relativo alla trasparenza e quello legato alla convenienza.

Index Fund o fondi indicizzati

Un altro prodotto di investimento a gestione passiva riguarda i fondi indicizzati o Index Funds. Rispetto ai fondi attivi questi fondi sono più economici. Una volta acquisito il denaro, il gestore del fondo decide come investirlo, quali assets acquistare, ricercando tra fruttuosi investimenti. I fondi indicizzati sono fondi di investimento che replicano il trend di un indice azionario.

I fondi indicizzati sono fondi gestiti passivamente, in quanto i gestori non devono cercare attivamente strategie per ottenere rendimenti. Sono strumenti sicuri rispetto agli investimenti azionari diretti, poiché gli indici tendono ad essere meno volatili dei singoli titoli. Una strategia con fondi indicizzati aiuta a perfezionare la costruzione di un portafoglio di assets tradizionali. Un esempio di fondo indicizzato è quello S&P 500, che consente ai risparmiatori di investire in azioni ordinarie incluse nell’indice.

Gestione Attiva

Il gestore mira ad ottenere un extra rendimento rispetto allo stesso benchmark. Il gestore varia i pesi delle attività in portafoglio in funzione delle proprie aspettative e dei risultati in modo tale da privilegiare titoli che realizzeranno rendimenti superiori rispetto alla media.

Fondi comuni flessibili

I fondi comuni flessibili sono fondi comuni che consentono di investire in titoli azionari o in obbligazioni, in Italia o all’estero. Alcuni hanno buone performance ma i costi sono abbastanza elevati. Rispetto agli altri fondi per i quali viene definita la composizione già in fase di partenza, per i fondi flessibili la società di gestione non deve attenersi ad alcun vincolo.

L’unico vincolo è rappresentato dal profilo di rischiosità scelto dagli investitori. I risparmiatori che scelgono un fondo flessibile lasciano alla società di gestione la libertà di decidere su quali assets investire il patrimonio.

Fondi attivi o semi attivi

Un fondo è attivo quando i titoli che lo compongono sono selezionati attivamente dai gestori del fondo stesso. La finalità di un gestore di fondi attivo è optare per gli investimenti con l’obiettivo di fornire una prestazione che superi il benchmark.

Il gestore del fondo costruisce il portafoglio con un costante lavoro di analisi e di ricerca. La finalità del gestore è quello di ottenere una prestazione superiore a quella del benchmark di riferimento. A seconda della strategia il gestore del fondo aumenta o diminuisce la % investita in determinati mercati. Rispetto alle commissioni di un fondo passivo, quelle di un fondo attivo sono più elevate.

Come battere il mercato

Gestione attiva o gestione passiva? Ognuna delle due strategie ha i suoi pro e contro. Alla base della gestione attiva c’è la convinzione che sia possibile “battere” i risultati di mercato. Tuttavia, dietro a questa strategia c’è la convinzione che il mercato non sia del tutto efficiente.

Diversi studi e ricerche, tra cui quello condotto da Sharpe, Premio Nobel per l’Economia nel 1990, ha dimostrato che la gestione passiva riesce a battere il mercato. Quindi, seppur noiosa sia la gestione passiva, essa è in grado di avere la meglio sulla gestione attiva. I costi e le tasse finiscono per ridurre il rendimento extra creato dal gestore attivo. Nella maggior parte dei casi i gestori attivi non sono in grado di creare un rendimento extra. Pertanto, possiamo asserire che nel lungo periodo battono sempre il mercato i fondi passivi e non quelli attivi.

Misurare l’attività di un fondo

Come misurare l’attività di un fondo? Ci sono diversi steps da valutare attentamente. Prima cosa è effettuare un confronto con il mercato di riferimento. Come si è comportato il fondo rispetto al mercato di riferimento?

Dal punto di vista squisitamente tecnico è necessario valutare i c.d. indici di efficienza, che consentono di svolgere un’indagine dei fondi oggetto della disamina. Questi indicatori di efficienza consentono di misurare il trend storico e le aspettative prestazionali nel futuro.

Per misurare l’attività di un fondo non bisogna concentrarsi su un determinato indicatore, ma bisogna saperli leggere in modo olistico. Solo se osservati congiuntamente, questi indicatori sono in grado di fornire un quadro completo e valutare se la gestione sia stata virtuosa o meno. Facciamo qualche esempio tecnico di indicatore di efficienza per comprendere meglio.

L’indice di Sharpe consente di misurare la performance di un fondo rispetto all’investimento privo di rischio. Più elevato è l’indice di Sharpe maggiore è la capacità del gestore nell’ottimizzare il rapporto rischio-rendimento. Altro indice di efficienza da valutare attentamente per misurare l’attività di un fondo è l’indice Alfa, che esprime l’abilità del gestore del fondo nell’attività di ricerca dei titoli migliori. Se il valore è negativo significa che c’è stata scarsa capacità nella gestione del portafoglio.

Valori positivi stanno a significare che il gestore è stato capace a selezionare i migliori titoli, riuscendo a realizzare rendimenti superiori rispetto al mercato. Altro indicatore da tenere in considerazione è l’R-quadro, che esprime il livello di attinenza del fondo rispetto al mercato di riferimento. Nel caso in cui l’indicatore evidenzi scostamenti significativi significa che il gestore ha ricercato soluzioni esterne al mercato di riferimento.

Come scegliere

La scelta tra gestione attiva e gestione passiva solitamente divide gli investitori in due gruppi: c’è chi è fautore della gestione attiva e c’è chi è fautore della gestione passiva. Come abbiamo visto, si tratta di due strategie diverse, ognuna con vantaggi e svantaggi propri.

La gestione passiva deve essere scelta nel caso in cui si opti per titoli che replicano nel modo più fedele possibile un benchmark. Pertanto, se si desidera investire in ETF, è bene optare per la gestione passiva, che si basa sulla teoria del mercato efficiente. La gestione attiva è adatta nel caso in cui si desideri selezionare assets, il cui rendimento è maggiore di un indice di riferimento.

Gestione attiva vs Passiva: un riepilogo

Vantaggi e svantaggi

In conclusione, analizziamo quali sono i vantaggi e gli svantaggi della gestione attiva e passiva. I fondi attivi, come ripetuto più volte, nel lungo periodo non si rivelano mai vincenti, anche lo stesso Buffett sostiene che investire nella gestione passiva sia una scelta ottimale. Infatti, l’extra rendimento ottenuto dal gestore viene assorbito dai costi di gestione e di negoziazione.

I costi della gestione attiva sono molto esosi. Nonostante i bassi costi, è possibile ottenere un miglior apprezzamento dell’investimento nella gestione passiva. Altri vantaggi della gestione passiva sono correlati al timing e alla sfera emotiva coinvolta nella scelta degli assets su cui investire.